Vino e mafia sull’asse Puglia-Emilia Romagna: confisca milionaria per usura e truffa aggravata

Forze dell’ordine in azione tra Foggia, Ravenna e Forlì

Vino e mafia sull'asse Puglia-Emilia Romagna: confisca milionaria per usura e truffa aggravata

Le imprese “cartiere” foggiane emettevano fatture per operazioni inesistenti, come fittizie forniture di mosto, in favore di una società vitivinicola con sede a Ravenna, collegata all’organizzazione criminale che, in questo modo, acquisiva ingenti crediti fiscali nonché il diritto ad accedere ad aiuti comunitari erogati dall’Agea. Questo il quadro dell’Operazione Baccus.

Sulla base delle investigazioni avviate nel 2012 tra Puglia ed Emilia Romagna, i Finanzieri del Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata (Scico) e del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, con il supporto di militari dei Gruppi del Corpo di Ravenna e Forlì, stanno dando esecuzione a un provvedimento di confisca definitiva emesso dalla Prima Sezione Penale della Corte d’Appello di Bari.

Al centro dell’operazione di questa mattina, beni immobili del valore complessivo di oltre 4 milioni di euro, tra i quali fabbricati e fondi agricoli ubicati nelle province di Ravenna e Forlì.

Sono stati emesse misure cautelari personali nei confronti di 24 soggetti (17 in carcere e 7 agli arresti domiciliari), indagati – a vario titolo – per le fattispecie di reato di associazione per delinquere finalizzata all’usura e all’estorsione, aggravate dal metodo mafioso, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e frode fiscale.

Convalidato inoltre un provvedimento di sequestro di beni, emesso d’urgenza dal pm titolare del fascicolo penale, per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro.

METODO E FINALITÀ MAFIOSE

L’esecuzione del provvedimento di confisca dei beni rappresenta l’epilogo di una “tranche” della complessa e articolata attività investigativa denominata convenzionalmente Operazione Baccus, coordinata dalla locale Direzione distrettuale antimafia.

Le investigazioni, svolte per lo più attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali nonché accertamenti bancari, hanno permesso di svelare l’esistenza e l’operatività di un’associazione criminale, con base operativa in provincia di Foggia, protagonista di numerosi episodi all’usura e ed estorsione, aggravate dal metodo e dalla finalità mafiose, nonché di frodi fiscali in danno dell’Erario e dell’Unione Europea.

Il tutto, attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, da parte di «numerosi soggetti economici controllati dal sodalizio, anche per il tramite di prestanome», spiegano gli inquirenti.

OPERAZIONE BACCUS: COME AGIVANO GLI INDAGATI

La società ravennate pagava tali forniture fittizie alle imprese “cartiere” foggiane, con bonifico e maggiorazione dell’Iva, impiegando disponibilità finanziarie provento delle attività illecite commesse dall’organizzazione criminale.

Nel contempo, conseguiva indebiti rimborsi fiscali per oltre 11 milioni di euro e illeciti contributi comunitari per oltre 18 milioni di euro. I primi provvedimenti risalgono al giungo 2012, quando il competente Gip del Tribunale di Bari accoglieva la proposta formulata dalla locale Dda, «fondata sul solido compendio indiziario acquisito dalle Fiamme Gialle».

Il successivo 1° febbraio 2019, sempre nell’ambito dell’Operazione Baccus, la Corte di Appello di Bari ha condannato 6 imputati per le fattispecie di reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e alla frode fiscale, disponendo la confisca di fabbricati e fondi agricoli, ubicati nelle province di Forlì e Ravenna, per un valore di oltre 4 milioni di euro.

Tale sentenza è divenuta oggi irrevocabile, comportando la confisca definitiva dei beni, in corso in queste ore. Nel medesimo contesto investigativo, il 10 marzo 2021 il Gico di Bari – con la collaborazione delle Compagnie del Corpo di Foggia, Trani e Ravenna – ha eseguito 4 ordini di carcerazione emessi dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bari (Ufficio Esecuzioni Penali).

Oggetto del provvedimento sono quattro soggetti condannati a vario titolo per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di frodi in danno dell’Erario e dell’Unione Europea. Nei confronti degli indagati è stata inoltre disposta la sospensione dell’esecuzione della pena detentiva.

Continua dunque in maniera incessante l’azione dello Scico e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari, in sinergia con l’Autorità Giudiziaria barese, volta a contrastare estorsioni ed usura, nonché ogni forma di inquinamento dell’economia legale, per salvaguardare gli operatori economici e i cittadini.

Esercito in vigna in Puglia contro la mafia del vino e dell’uva

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